SEGNALAZIONE-UNICA CHANCE DI MARIANNA VIDAL
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Titolo: Unica chance
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Autrice: MARIANNA VIDAL
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Editore: SELF (NaViLa)
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Genere: Romance dalle tinte erotiche
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Prezzo ebook: 2,99
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Data pubblicazione: 22/10/2022
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Protagonisti: Aurora e Nathan
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Pagine: 324
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Link di acquisto: https://www.amazon.it/Unica-chance-Marianna-Vidal-ebook/dp/B0BGY3S759/
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Pagina autrice: https://www.facebook.com/MariannaVidalAutrice/
· Blog autrice: https://mariannavidalscrittrice.blogspot.com/
1.
Trama/Sinossi
ROMANZO
AUTOCONCLUSIVO
Fisico scolpito, sguardo intrigante, portamento sexy, Nathan Del Vecchio a quarant'anni continua a sfilare al fianco di bellissime donne che se lo mangiano con gli occhi, ma dalla nota pubblicità che lo ha reso famoso, come moderno Nettuno che emerge dalle acque del Mediterraneo, ne ha fatta di strada e oggi non è solo "l'uomo più bello del mondo"; ha un marchio che fattura milioni e una vita in cui le donne la fanno da padrone, ma per quanto riguarda l'amore... Non sono ammesse deroghe. Sesso occasionale, frequentazioni studiate e... nessuna chance.
Aurora si è sempre chiesta cosa avesse di tanto speciale
Nathan Del Vecchio per sciogliere come burro le gambe delle donne con un solo
sguardo, ma quando all'aeroporto di Linate i suoi occhi incrociano quelli di
lui, comprende che ha un'unica chance e per conquistarlo è disposta a giocarsi
tutto, fino all'ultimo secondo, perché con Nathan non esistono seconde
occasioni.
N.B. Storia d'amore con scene esplicite e temi
adatti a un pubblico adulto e consapevole.
Biografia autore
Marianna
Vidal ama leggere e inventare storie, soprattutto d’amore.
Autrice di diciotto romanzi, fin da bambina sognava di diventare
scrittrice e nel frattempo studiava il lavoro degli altri, valutando personaggi,
intrecci e soluzioni narrative. Il suo amore per le grandi storie sentimentali
l’ha fatta avvicinare anche alle altre lingue e attualmente si è appassionata
al portoghese.
Romantica, amante degli animali e della lettura, vive in un’isola
che descrive spesso nei suoi romanzi e da grande sogna di vedere una sua storia
sul grande o sul piccolo schermo.
Se desiderate conoscerla, cercatela nelle pagine dei suoi libri.
Estratti tratti da “Unica
chance”.
Mi aggrappo alle sue spalle, conficcando le unghie nella sua
carne.
Che senta il mio desiderio, che se ne faccia carico e lo
soddisfi. Sono sua, senza sé e senza ma e quello che voglio è solo godere.
«Sei un delirio», mi sussurra all’orecchio, prima di
invaderlo con la lingua.
Chiudo gli occhi, lasciando che il mio corpo provi piacere a
quel contatto che diviene sempre più erotico.
Chi
ha detto che non sono più vergine? Ci sono esperienze che cancellano le altre. Quest’uomo
bacia divinamente ed io sono scandalosamente schiava del suo tocco, come mai mi
è capitato con qualcun altro.
L’amore è egoista. Non concepisce ostacoli. Chiede e ottiene
per sé.
«È come dici tu. Accade all’improvviso, nel modo più assurdo
e incomprensibile, e a un tratto tutto quello che vuoi è stare con la persona
che scatena in te questo terremoto, ma tu non sei più un adolescente e neppure
un giovane senza pensieri. Sei un uomo che ha conosciuto l’amore e il dolore
che comporta la sua perdita».
Parigi non era assolutamente nei piani.
Abbasso il capo sul mio abito da sera. Faccio una smorfia.
Non è certo l’abbigliamento più adatto per prendere un aereo, ma immagino che
il magnifico Nathan Del Vecchio abbia pensato anche a quello. A meno che non
trovi il coraggio di liquidarlo prima. Sì, potrebbe essere una soluzione.
«Andiamo».
Raddrizzo la schiena, abbandonando la viltà.
Al patibolo si sale senza abbassare la testa.
Chissà che effetto mi farà sentire il suo profumo, carezzare
con lo sguardo quella pelle liscia e setosa come le rose che le ho regalato…
Non oso neppure immaginare come sarà poi sentirla sotto le mie mani. E le
gambe? Lunghe, affusolate, divine.
«Qualche problema?».
Infilo le mani in tasca, osservandola di sottecchi.
«Nessuno», mi assicura, sollevando il mento, a modo di
sfida.
Inarco un sopracciglio.
Caratterialmente non sembra affatto come me la immaginavo,
ma in fin dei conti questo è un bene.
Così almeno smetterò di sbavare sulle mie fantasie.
«Riflettevo su questo ristorante», mento spudoratamente.
«Il Jules Verne non è di tuo gusto?».
Avvicina il suo viso al mio, divertito.
Ecco! È in questi momenti che il mio cervello va in fumo e i
sensi si allertano. Una vera disdetta per chi ha sempre pensato di essere
immune a questi occhi di un blu intenso, dalla forma leggermente allungata,
messi in rilievo da ciglia scure e folte, quasi femminee. Ma probabilmente è
tutta colpa del suo profumo: un’essenza che mescola elementi neo-orientali di
forte impronta maschile a toni legnosi e affumicati.
«Avresti potuto invitarmi a cena», gli faccio notare,
recuperando il mio vino. «Avresti risparmiato un bel po’ di soldi».
«Avresti accettato?».
Mi scruta in silenzio.
«No». Mi sciolgo in una risatina, adagiando la coppa di vino
alla mia tempia, mentre lo osservo di sbieco. «Mi sarei persa questa
meravigliosa serata, ma non sarei stata consapevole del mio errore».
Sospiro, confessandogli:
«Sono appena uscita
da una storia importante e non sono pronta per qualcosa di impegnativo».
L’espressione assorta sul volto di lui passa dal cruccio
alla delusione, per poi arrestarsi in una piena consapevolezza.
«Neanch’io ti avrei mai invitato, se non avessi saputo del Book
Special», mi rivela, rendendo ancora più tristemente reale il motivo per
cui sono qui con lui.
Nathan farà di tutto per tenere il nostro rapporto su un
piano fisico ed io, per quanto determinata a mostrargli anche altro di me, non
sono così insensibile ai suoi baci. Anzi, diciamocelo senza peli sulla lingua:
sono schiava dei suoi tocchi. Basta che mi sfiori il braccio per sentire una
lieve e piacevole scossa corrermi lungo la schiena. Non sarà facile mantenere
il distacco, per governare la situazione. Eppure è quello che devo fare, se non
voglio perdere questa occasione.
È questo l’unico tipo di rapporto che può esistere tra noi.
Il mio sesso la reclama, la mia mente fibrilla e appagare i sensi è l’unica
strada possibile per evitare la follia.
«Sei troppo razionale», mi accusa. «L’amore non è così», si
accalora. «Non segue regole precise. Non è razionale, sicuro, certo. L’amore è
un gran casino».
Il volto le si anima mentre lo dice ed io mi chiedo se abbia
mai amato davvero qualcuno.
«Sembri molto sicura di quello che dici», le faccio notare e
lei ripiomba sul letto, questa volta sistemandosi di fronte a me, con gli occhi
spalancati e le labbra socchiuse.
Mi osserva in silenzio qualche istante e infine aggrotta la
fronte, chiedendomi:
«Non ti sei mai innamorato?».
«Una volta ed è stato un disastro».
«Non possiamo controllarlo, sai», mi dice. «Lui arriva,
indipendentemente da noi, e ci costringe a venire a patti anche con ciò che non
ci piace».
«Cosa non mi piacerebbe?», le domando, guardandola
diffidente.
Si piega nelle spalle.
«Che la donna per cui provi qualcosa non abbia l’età giusta,
l’estrazione sociale più accettabile, le tue stesse idee politiche», snocciola.
«Aurora, sai come finisce il film, vero?», le domando e lei
si volta a guardare il televisore spento, per poi tornare a me, con
determinazione:
«Sì, so come finisce, ma io sono convinta che se i
sentimenti sono sinceri, forti e veri gli ostacoli si possono superare».
Un sorrisetto amaro mi piega le labbra.
«Buona fortuna!».
«Le donne mi vedono e pensano al sesso. Mi pagano per
questo. Sono un simbolo di avvenenza. A quarant’anni ho un fisico che fa
invidia ai più e per quanto sia grato a Madre Natura e consapevole della fatica
che mi comporta tutto questo, non sono disposto a rinunciare all’altra parte di
me, a quella che ha difeso con le unghie e con i denti quanto restava della mia
famiglia, per qualcosa di passeggero ed effimero».
È indegno che il mio cuore faccia le capriole, solo perché
lui è apparso all’orizzonte. D’accordo è terribilmente sexy, con quella
barbetta appena accennata, la camicia sbottonata al colletto, la giacca dello
smoking che lascia intravedere una fascia di seta che gli cinge la vita e
quell’espressione sofferta che spingerebbe ogni donna sana di mente a saltargli
addosso. Distolgo lo sguardo, per sopravvivere.
«Chi ti credi di essere?».
«Sono il cavallo vincente su cui hai puntato».
Si può davvero rinunciare a quanto la carne reclama, se è a
così pochi passi da te?
«Non ti faccio più lo stesso effetto?», mi domanda, passando
a liberare i polsini della camicia.
Sento il respiro abbandonarmi e tornare a scatti. Il petto,
frenetico, si alza e si abbassa, mentre i miei occhi restano incollati a quelle
braccia muscolose e a quelle dita che si muovono con straordinaria sicurezza.
«Vuoi darmi una mano?».
Ora è passato al colletto della camicia.
Un sospiro traditore mi esce dalla bocca, piegando le sue
labbra.
«Anch’io muoio dalla voglia di sentirmi sprofondare in te»,
mi rivela, portando a termine la sua operazione.
Il mio sguardo si incolla a quella pelle tesa che si
intravede tra i lembi della camicia aperta.
«Vieni qui».
Mi tende le braccia ed io, odiandomi, non ho la forza di
ritrarmi.
Resto immobile, ma lui non ha reticenze. Avanza verso di me
e cingendomi la vita, torna sulla mia bocca che si avventa sulla sua, come un
assetato in cerca di acqua.
Dio! Non so cosa mi stia succedendo, ma voglio questa lingua. La desidero più della mia stessa vita. La carezzo, la stuzzico, l’avvolgo, l’affronto, ci duetto e torno a lasciarle l’iniziativa, perché, quando è lei a saccheggiare la mia bocca, i miei sensi dichiarano la resa, in un orgasmo che parte dal cervello e mi scuote le membra, in un brivido di piacere che corre lungo la schiena. Poi, però, il desiderio torna a tormentarmi, a stuzzicarmi ed io sono ancora lì a rispondere ai suoi affronti, cercando sollievo in questa corsa verso il piacere che vorrei continuasse su altre parti del mio corpo, fino a sprofondare in me.
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